Rispetto al taglio termico, che è un processo di combustione, il taglio al plasma è un processo di fusione. Un getto di gas nel plasma fonde ed espelle il materiale dall’intaglio eseguito. Durante il processo un arco elettrico brucia tra un elettrodo e il pezzo in lavorazione. La punta dell’elettrodo è posizionata in un ugello per gas raffreddato ad acqua o ad aria nella torcia.
Il gas plasma è condotto attraverso l’ugello. L’arco e il gas plasma sono obbligati a passare attraverso un orifizio molto stretto nella punta dell’ugello. Il gas è riscaldato e ionizzato. Il getto di plasma concentrato che si forma raggiunge temperature fino a 30.000°C e altissime velocità. Quando il getto di plasma colpisce il pezzo in lavorazione, il calore viene trasferito per effetto della ricombinazione (il gas torna al suo stato normale). Il materiale fonde e viene espulso dall’intaglio mediante un flusso di gas. Un fattore limitante per il processo al plasma è rappresentato dagli alti costi di investimento. La tendenza attuale è di utilizzare macchinari più semplici e poco costosi, situazione che rende il taglio al plasma un’alternativa realistica ad altri metodi di taglio.
La selezione di gas o di un gas per il taglio ad arco plasma si basa su fattori quali la qualità del taglio, lo spessore del metallo da tagliare e il costo del gas. Per il taglio di metalli sottili è spesso utilizzato un singolo flusso di gas per proteggere sia il plasma sia l’arco, ma per il taglio di metalli più spessi occorre utilizzare due flussi di gas. Il flusso di gas singolo può essere di aria, azoto, azoto/idrogeno, ossigeno o argon. I due flussi di gas possono essere di azoto, azoto/idrogeno, ossigeno, argon o miscele di argon/idrogeno.
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